KABUL, miniserie in tre puntate (sei episodi). Su Rai 3 dal 12 settembre, personaggi e interpreti
Kabul, 15 agosto 2021. Una città che in poche ore precipita nel buio della storia. I talebani entrano nella capitale, i palazzi del potere crollano come castelli di sabbia, le strade si riempiono di urla e di corse disperate verso un aeroporto trasformato nell’ultimo varco di libertà. Inizia così un esodo che non è solo politico e militare, ma soprattutto umano: famiglie divise, uomini e donne costretti a scegliere tra fuga e oblio, diplomazie occidentali travolte dall’urgenza di salvare vite.
Quell’odissea diventa ora racconto corale in Kabul, la grande coproduzione internazionale che Rai Fiction porta sugli schermi a partire da venerdì 12 settembre, in prima serata su Rai 3 e, in contemporanea, in box set su RaiPlay. La serie – premiata all’Italian Global Series Festival – non si limita a rievocare i fatti: li trasforma in storie di carne e sangue. Diretta da Kasia Adamik e Olga Chajdas, nei sei episodi raccolti in tre prime serate mette al centro uomini e donne, ciascuno con la propria battaglia personale.
C’è Zahara, procuratrice del tribunale, che da garante della legge diventa preda dei talebani; c’è Baqir, suo marito, diviso tra resistenza e desiderio di fuga. Ci sono poi i loro figli: Fazal, giovane soldato che vede la sua unità dissolversi e viene spinto a una missione suicida sotto il controllo della CIA; e c’è Amina, medico, che sceglie di portare con sé una fragile paziente pur sapendo di rallentare la corsa verso la libertà.
Accanto a loro, gli sguardi occidentali: Giovanni, console italiano che rimane a Kabul quando l’ambasciatore viene richiamato a Roma, e Vera, agente dei servizi tedeschi in cerca del generale Hassan, l’uomo che le aveva salvato la vita. E poi l’ambasciata francese, ultimo baluardo europeo, costretta a improvvisare piani di evacuazione tra il collasso della città e la minaccia imminente di un attentato.
Un’opera corale che intreccia destini, ponendo lo spettatore di fronte alla stessa domanda che i protagonisti si ripetono tra le lacrime e il terrore: cosa sei disposto a fare per sopravvivere? Non c’è retorica, non c’è distanza: solo lo sguardo ravvicinato di uomini e donne che lottano contro il tempo, contro la paura e contro la logica brutale della guerra. È un racconto che restituisce dignità alle storie personali, spesso sommerse dai numeri delle cronache internazionali.
Il cast unisce volti italiani molto amati come Gianmarco Saurino (Doc – Nelle tue mani, L’estate più calda) e Valentina Cervi (I Medici, Leopardi) a interpreti di rilievo internazionale: Eric Dane (Grey’s Anatomy, Euphoria), Jonathan Zaccaï (Le Bureau des Légendes), Shervin Alenabi (Teheran), Thibaut Evrard (La Nuit du 12), Vassilis Koukalani (Pari, The Lost Daughter) e Jeanne Goursaud (Barbaren).
Pur restando una narrazione libera, Kabul mantiene un legame forte con la realtà storica. È una serie che restituisce al pubblico il senso di quell’agosto 2021, senza filtri e senza sconti. Un modo per ricordare che dietro i numeri delle evacuazioni e le immagini dei notiziari ci sono stati volti, voci e storie che meritano di essere tramandate. Kabul non è solo una serie tv: è un grido collettivo che attraversa lo schermo e ci ricorda che quelle strade, quelle fughe e quelle scelte appartengono alla storia recente e ci riguardano tutti. Seguici su Instagram.