Un posto al sole: Tv Soap intervista RICCARDO POLIZZY CARBONELLI (Roberto Ferri)

Riccardo Polizzy Carbonelli (foto di Giuseppe D'Anna)
Riccardo Polizzy Carbonelli (foto di Giuseppe D'Anna)

Il nostro Stefano Telese ha incontrato per voi Riccardo Polizzy Carbonelli, il celebre interprete di Roberto Ferri in Un posto al sole. Ecco cosa ci ha raccontato del suo rapporto con la soap e dei suoi progetti futuri (che tra l’altro lo porteranno sui nostri teleschermi anche in una notissima fiction di prima serata).

Roberto Ferri può considerarsi, senza alcun dubbio, una delle colonne portanti di Un Posto al Sole. Quanto deve Riccardo Polizzy Carbonelli alla soap e quanto la soap deve a Riccardo Polizzy Carbonelli?

Riccardo deve tanto alla soap. La possibilità di lavorare in un ambiente straordinario, composto da tante persone di grande qualità. Sicuramente la notorietà, tant’è che spesso, quando vado a teatro, finita la rappresentazione mi si avvicinano delle persone e mi dicono “Complimenti, bravissimo!” e io rispondo loro che non devono fare i complimenti a me ma agli attori che hanno lavorato sul palcoscenico per quella rappresentazione. Peccato che a teatro ci sia sempre meno quell’usanza di andare a ringraziare gli attori nel camerino! Credo, invece, che la soap debba poco a Riccardo, nel senso che, qualora io non ci fossi stato, sicuramente la produzione avrebbe trovato un’altra persona appropriata per questo ruolo.

Roberto incarna da sempre il prototipo dell’uomo in carriera che le donne desiderano. Da qualche tempo, però, lo vediamo in versione romantica ed innamorata con la sua nuova moglie Marina Giordano. Quale versione piace di più a Riccardo?

Devo dire che con me gli autori si sono veramente sbizzarriti, negli anni. Roberto sa essere tutto d’un pezzo, serio, ma al tempo stesso ammaliante, sensuale, accattivante. Volendo fare una battuta, a volte temo che scrivano scene con Roberto che va a dormire in pigiama e cravatta per farlo restare sempre un… “manager”. Ora, invece, vediamo un Roberto un po’ più “aperto”. Personalmente preferisco un Roberto senza troppi schemi, come spesso accade, un Roberto che mi dia la possibilità di spaziare.

I giovani di UPAS spesso ti citano come collega dal quale c’è da imparare sempre, dal quale carpire quanti più segreti possibili. Volendo rigirare la medaglia, chi tra i giovani della soap segui con particolare interesse?

Tutti cercano di dare sempre il massimo. Ma i giovani che sanno essere umili, che “ascoltano” i suggerimenti, che fanno sacrifici, che si danno un gran da fare cercando di apprendere quanto più possibile, quelli che lavorano sodo, che non si risparmiano e che ci mettono tanta passione, sono “quelli” con cui mi sento più in sintonia.

Su tutti, però, devo dire ce n’è uno che mi ha colpito e mi colpisce: Luca Turco. Entrato ad otto anni, lui è cresciuto praticamente nella soap e con la soap. È davvero un gran bravo ragazzo che negli anni ha saputo mettersi in discussione, lavorando sempre con umiltà e passione. Non smette mai di studiare e di imparare: lo ammiro molto perché il successo immediato che una serialità come la nostra offre non lo ha cambiato né scalfito, anzi!!! In generale, però, devo dire che tutti i giovani che sono o che hanno fatto parte della soap meritano una menzione speciale, come ad esempio Claudia Ruffo, che iniziò che era ancora minorenne, Giorgia Gianetiempo, Lorenzo Sarcinelli, Cristiana Dell’Anna, o anche la stessa Serena Rossi, anch’essa giovanissima quando iniziò Un Posto al Sole.

In quale di questi giovani intravedi la “stoffa” del grande attore?

Beh, in tutti coloro che si prodigano sempre per migliorarsi. È chiaro che Luca Turco è sulla buona strada e, perciò, gli auguro ogni bene.

C’è un aneddoto vissuto sul set che ricordi con piacere?

Ultimamente, attorno alla Rai, ci sono operai che lavorano all’esterno dei set e, per quanto gli studi siano insonorizzati, spesso e volentieri giungono martellate e rumori di ogni genere che volente o nolente dall’interno, soprattutto nella parte in cui c’è il salotto di casa Palladini, si sentono. Allora, spesso accade che, quando sto girando ad esempio con Nina Soldano, mentre sto recitando le mie battute mi interrompo e dico: “Scusami Marina, ho i giardinieri che mi stanno facendo un lavoro all’esterno” oppure “Scusami Marina, ho gli operai in casa”, suscitando chiaramente risate da parte di tutte le persone presenti sul set.

Altre volte invece, quando siamo in esterna, capita che delle persone riescono a superare la sicurezza e si avvicinano mentre giriamo ed io, per stemperare un po’, li saluto con frasi del tipo: “Ehi, ciao zio!”. Immaginate, però, che sono tutte affermazioni che dico non uscendo dal personaggio, con la serietà tipica di Roberto Ferri e questo suscita l’ilarità dei presenti e, di seguito, la mia.

Riccardo Polizzy Carbonelli e Nina Soldano (Foto di Giuseppe D'Anna)
Riccardo Polizzy Carbonelli e Nina Soldano (Foto di Giuseppe D’Anna)

Riccardo è da sempre diviso tra televisione e teatro. Quale delle due forme di spettacolo preferisci?

Io nasco a teatro. Il contatto col pubblico, la continua ricerca che l’attore di teatro fa della perfezione mi affascina. Il teatro ti porta continuamente a studiare, a provare, a metterti in discussione. Come si può evincere, chiaramente, preferisco da sempre il teatro. Tra l’altro al teatro devo l’incontro con mia moglie. Un legame sentimentale che, però, è nato dopo sette anni di legame lavorativo. Una persona con la quale mi ritrovo ad occhi chiusi e con la quale spero di poter lavorare in futuro nuovamente.

Chi, invece, sogni di interpretare in futuro?

Sarebbe bello poter interpretare un personaggio del teatro classico. Iniziare uno di quei tour interminabili per le piazze come accadeva prima ed avere sempre più contatto con il pubblico.

Progetti futuri?

Oltre ad Un Posto al Sole, in questi mesi ho registrato Le tre rose di Eva con un gruppo eccellente di professionisti. Anzi, mi dai la possibilità di dire una cosa bella che secondo me va detta: devo ringraziare la produzione di Un Posto al Sole e quella de Le tre rose di Eva per il modo con il quale hanno collaborato tra di loro, cercando di incastrare al meglio tutti i miei impegni di registrazione. Sono veramente grato a tutte le persone che hanno reso possibile tutto questo. Inoltre, mi piacerebbe condividere in altri palcoscenici lo spettacolo teatrale “Ninà”, con Vanessa Gravina ed Edoardo Siravo. Una commedia francese, garbata, deliziosa e brillante che suscita tantissime risate.

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