Una Vita: intervista a Renato Novara, il doppiatore di Felipe Alvarez Hermoso

Renato Novara (voce di FELIPE in Una vita)
Renato Novara (voce di FELIPE in Una vita)

È il doppiatore di Felipe Alvarez Hermoso, l’attuale protagonista della telenovela Una Vita. Stiamo parlando di Renato Novara, che ha al suo attivo tanti personaggi amatissimi dal pubblico televisivo. Noi di Tv Soap lo abbiamo contattato per parlare un po’ della sua esperienza lavorativa, concentrandoci maggiormente sui suoi ruoli nelle soap. Ecco cosa ci ha detto.

Ciao Renato, benvenuto su TvSoap. Tutto il pubblico affezionato ogni giorno ti ascolta grazie al personaggio di Felipe Alvarez Hermoso, che doppi in Una Vita.

Sì, esatto. Felipe è sicuramente uno dei personaggi a cui sono più affezionato, in primis perché lo doppio da tantissimo tempo. Tra l’altro, ho avuto il piacere di incontrare personalmente Marc Parejo, che lo interpreta, e ogni tanto mi capita di sentirlo, di scambiare dei messaggi con lui. Una cosa che è successa anche con Lorenzo Patanè, che ho doppiato per diverso tempo nei panni di Robert Saalfeld in Tempesta D’Amore. Un ruolo che non ho potuto riprendere perché, ad un suo ritorno, stavo già prestando la voce a un altro personaggio.

Restando su Una Vita, come sei arrivato a doppiare Felipe?

Ti racconto una curiosità. Avevo fatto in principio il provino per doppiare German de la Serna (Roger Berruezo). Il ruolo è stato però affidato a Paolo De Santis, così hanno messo me su Felipe, che nella prima serie era un ruolo meno importante rispetto a quello che è diventato ora. Me l’hanno assegnato sostenendo che mi somigliasse un po’ fisicamente, cosa che non è vera.

Col senno di poi, sono felice di avere fatto Felipe, sia perché mi piace di più e sia perché non è durato soltanto 200 puntate come German.

Oltre ai due che hai già citato, a quali altri personaggi sei più affezionato?

È impossibile non citare Ted Mosby, interpretato da Josh Radnor, di How I Met Your Mother. Oltre ad avere delle sfaccettature simili a me, credo che sia il primo personaggio veramente importante che ho doppiato, tra l’altro per circa nove anni. C’è poi sicuramente Rubber di One Piece. Inoltre, sono stato davvero onorato di prestare la voce a Michael Banks (Ben Whishaw) in versione adulta ne Il ritorno di Mary Poppins, che da bambino è stato uno dei miei film preferiti.

La domanda sorge spontanea. Quando è cominciata la tua passione per il doppiaggio?

Fin da bambino. Quando rientravo da scuola ascoltavo le voci di Sentieri, che mia madre seguiva ogni giorno. Ho così riconosciuto alcune delle voci dei cartoni animati che guardavo e sono rimasto incuriosito dal doppiaggio, una volta che l’ho scoperto. In età più adulta, ho quindi cominciato a studiare canto, facendo nel mentre anche teatro. Ero molto timido e quindi mi sono detto di provare a fare il doppiatore, visto che sarei rimasto in una cabina per lavorare e avrei potuto gestire meglio questo mio lato. Ho ovviamente studiato poi dizione, oltre che canto e tecnica vocale.

Ricordi quali sono stati i primi personaggi che hai doppiato?

Sono diventato doppiatore professionista nel 2005. Prima avevo già doppiato delle piccole cose, come dei personaggini nel cartone Tre gemelle e una strega. Le mie prime esperienze sono state poi nel cartone Il mondo dei Thornberrys, finché non è arrivato il primo ruolo da protagonista in FullMetal Alchemist. Poco tempo dopo ho preso anche il personaggio di Robert Saalfeld (interpretato da Lorenzo Patané) in Tempesta d’amore e pure l’attore John Driscoll in Sentieri. Quest’ultimo doppiaggio è stato visto come una grande soddisfazione in famiglia, in particolare di mia madre che seguiva la soap. Era molto orgogliosa.

Come ti approcci ai personaggi?

Calcola che, quando mi capita di doppiare una serie, vado a informarmi prima per sapere tutto quello che accadrà e sopratutto capire in quali tipi di dinamiche verrà coinvolto un determinato personaggio. Sono molto attivo sui social che seguono le vicende. Ricordo che, appena sono stato scelto per doppiare Sentieri, sapevo già tutto quello che mi era utile. Fondamentalmente perché lo seguivo, sapevo in che territorio si sarebbe mosso Coop Bradshaw.

In questo periodo, da parte del pubblico c’è sicuramente più attenzione rispetto al passato su voi doppiatori. Come la vivi?

Da un lato è molto bello, dall’altro è pericoloso. Da un punto di vista di ego e di rapporto con le persone è bellissimo perché ti scrivono, ti fanno i complimenti. Da che tu eri al buio e nessuno ti conosceva, grazie ai social questa cosa si è sdoganata e abbiamo anche noi la nostra fetta di pubblico, che è molto più forte quando si parla dei cartoni animati giapponesi. Se uno guarda una soap, invece, si innamora ad esempio di Marc Parejo, non di me. Nei cartoni, non essendoci un’altra persona di riferimento, l’unico che rimane è proprio il doppiatore.

Di contro, i social e l’avvento dei talent un po’ hanno fatto credere che chiunque possa doppiare, quando in realtà c’è tutto uno studio dietro, che dura anche anni. Ogni cosa che sul web prende piede fa sempre avere la sensazione che tutto si possa fare in tre secondi, ma non è così. Inoltre, una volta non si aveva da ridire contro i doppiatori. Adesso molto spesso la gente commenta dicendo: “Ah no, quella persona è sbagliata, quel doppiatore è sbagliato, quello è giusto”. Per noi è strano, perché dare questi giudizi era compito dei direttori di doppiaggio o dei clienti. Non siamo abituati a sentirci dire “Tu vai bene, tu non vai bene”. E quindi questa cosa è sicuramente più da “studiare”.

Però sì, ultimamente abbiamo sicuramente più attenzione su di noi. Una volta, probabilmente, non avrebbero mai intervistato un doppiatore, a meno che non fosse Lella Costa all’epoca o Luca Ward oggi.

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Che rapporto hai con il pubblico che ti segue?

Ottimo. Ogni tanto faccio anche delle dirette su Instagram perché me lo chiedono. I ragazzi che mi seguono sono molto giovani. Alcuni sono interessati al doppiaggio e vogliono saperne di più, altri identificano il personaggio che seguono con me, essendo io più avvicinabile. Di recente ho fatto un video su Tik Tok, dove doppio Spencer, il personaggio della sit-com iCarly. Nel giro di un giorno mi sono arrivati ventimila follower e sono quasi a un milione di visualizzazioni. Diversi utenti, non potendo parlare con l’interprete Jerry Trainor, mi hanno scritto: “Sei la mia infanzia”. In ogni caso, i miei fan sono molto divertenti, mi fanno anche dei disegni dei personaggi che ho doppiato. Ho con loro davvero un ottimo rapporto. Ci sono anche gli hater, ma fanno parte del gioco.

In passato, hai anche recitato davanti alla macchina da presa. Ti piacerebbe ritornare a farlo?

Assolutamente sì. Ho preso parte con dei piccoli ruoli a fiction come Cuori Rubati, CentoVetrine e Le stagioni del cuore, dove sono state un pretendente di Martina Stella. Adesso che non sono più timido come in passato, mi piacerebbe rimettermi in gioco fisicamente in prima persona. Chissà, magari le opportunità arriveranno.

Con la collaborazione di Sante Cossentino per Massmedia Comunicazione

Renato Novara
Renato Novara

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