Un Posto al Sole, Luigi Di Fiore a Tv Soap: “Luca De Santis sarà portatore di temi forti e sconvolgenti”

Luigi Di Fiore è Luca De Santis a Un posto al sole
Luigi Di Fiore è Luca De Santis a Un posto al sole (foto RAI)

Da qualche settimana, i telespettatori di Un Posto al Sole lo stanno rivedendo in scena nei panni del dottor Luca De Santis, il personaggio che aveva lasciato da quasi vent’anni. Parliamo di Luigi Di Fiore, ritornato con grossa curiosità da parte del pubblico nelle vicende della soap partenopea in onda, fin dal 1996, su Rai 3.

Un’esperienza, quella legata al suo ritorno, che considera quasi come un esperimento sociale, visto che nessun altro prima di lui aveva potuto riprendere in mano dopo così tanto tempo un ruolo lasciato in sospeso nella produzione Rai. Tutti elementi di cui ci ha parlato in questa intervista, dove si è svelato a 360° sul “suo” Luca.

Un posto al sole: Tv Soap intervista Luigi Di Fiore (Luca De Santis)

Ciao Luigi, benvenuto su Tv Soap. Parliamo del tuo ritorno inaspettato in Un Posto al Sole. È la prima volta che un personaggio torna in scena dopo oltre vent’anni dall’uscita. Come si sono creati i presupposti per rivedere Luca in scena?

Sicuramente il tutto è dovuto a una serie di coincidenze, umane e professionali, che si sono verificate. Non so bene nemmeno io quale sia stato tutto il percorso che ha portato al ritorno di Luca. Posso dirti che, per la festa delle 6.000 puntate di Un Posto al Sole, sono stato contattato da Renata Anzano, la produttrice esecutiva della soap. Mi ha detto che le avrebbe fatto piacere se fossi stato presente ai festeggiamenti e ho accettato molto volentieri. Considera che ho festeggiato le prime 1000 puntate di Un Posto al Sole; poi è arrivato più o meno il momento di uscire. Sono quindi andato al party, a Napoli, per incontrare vecchi amici, con cui ho continuato a coltivare dei rapporti molto intensi nonostante la mia uscita di scena della soap. Ed è lì che Paolo Terracciano, il capo-autore, mi ha abbracciato e ricordato una promessa.

Quale?

Certo! Diversi anni prima, quando stavo a Napoli con uno spettacolo di Sergio Assisi, Paolo venne a vedermi e mi disse che, probabilmente, sarebbe potuto accadere un ritorno di Luca. Dato che era passato molto tempo, pensavo che la cosa fosse caduta lì. E, invece, alla festa mi ha ricordato che era arrivato il momento. Mi ha anticipato che la produzione mi avrebbe dunque contattato per riprendere in mano il ruolo di Luca. Sono rimasto piacevolmente sorpreso; non me lo aspettavo e mi ha fatto molto piacere. Anche se, finché non sono ritornato sul set, un po’ non ci credevo perché se n’era già parlato e poi, alla fine, non era successo nulla. In questo caso si è però concretizzato e sono di nuovo dentro un meccanismo e una vicenda umana e professionale speciale. Perché, come dicevi tu, ritornare ventidue anni dopo con lo stesso tipo di prodotto e lo stesso personaggio non è paragonabile a nessun tipo di esperienza.

Anche perché Un Posto al Sole è la soap più longeva in Italia. Nessun altro prodotto ti avrebbe consentito di ritornare a vestire i panni di Luca.

Esatto. È un esperimento sociale, oso dire, e nuovo. Vediamo dove andrà e, soprattutto, dove ci porterà.

Luca è stato assente per tanti anni. Questo consente sicuramente agli autori di “ricamare” molto sul personaggio per sviluppare nuovi intrecci narrativi.

Sì, Luca era un personaggio molto amato; gli successe di tutto. Era una figura centrale tra i protagonisti di quell’epoca. È rimasto molto nella memoria collettiva di chi ama e segue Un Posto al Sole fin dai primi cinque anni dove si muoveva Luca, che furono il battesimo vero e proprio della soap. Il pubblico, quindi, sta vivendo con lui un’esperienza molto particolare, che riguarda anche me. È una specie di macchina del tempo, sia per loro, sia per me. Dato che ho ripreso in mano il personaggio, è inevitabile ricollegarsi e pensare a quello che è successo ventidue anni prima.

E lo stesso può avvenire nei telespettatori, soprattutto per chi ha conosciuto e amato il dottor De Santis. È un passaggio psicologico obbligato fare un passo indietro nella memoria e ricordarsi che cosa accadesse ventidue anni prima. Magari, adesso, ci guardano donne che sono diventate madri, quando all’epoca erano delle giovani studentesse. E sto parlando dell’uscita di scena di Luca, perché altrimenti, se facciamo riferimento alla prima puntata in cui è apparso, dobbiamo tornare indietro di ventisette anni. È davvero una vita: c’è chi si è sposato, chi ha divorziato, chi ha perso i genitori, come è capitato a me. Per questo, dico che sono protagonista di un esperimento sociale, che trovo molto eccitante.

So che non puoi dirci molto, ma cosa dobbiamo aspettarci da Luca?

Succederanno davvero tante cose, degli eventi straordinari. Luca sarà portatore di temi esistenziali, importanti e forti che sconvolgeranno le vite di parecchi personaggi. Da un punto di vista narrativo, il suo ritorno non passerà inosservato. “Scrollo” molto i social e vedo anche delle chat che riguardano Un Posto al Sole, notando un affetto molto particolare per il mio rientro. Anche chi non conosceva Luca, perché magari non seguiva la soap quando c’era, si è interessato molto a lui. Il dottor De Santis porterà a situazioni e tensioni molto forti e importanti.

In generale, cosa ti piace di lui?

Indubbiamente la sua umanità. È una persona che ha vissuto grandi drammi; gli sono morte delle mogli, anche uccise ed assassinate dalla malavita, una persino nel giorno del loro matrimonio. In questo caso parliamo di Jasmine, che venne presa a fucilate dai camorristi. Fu una bella tragedia per Luca, che è portatore di un’umanità molto profonda. Se ci pensi, tutte queste tragedie non lo hanno colorato di scuro e di nero.

È un personaggio che ha aperto il suo cuore; è sempre molto attento e sensibile, cura molto le relazioni tra gli amici. Comprende molto bene i drammi che appartengono alla vita, ma sa anche gioire di piccole e grandi cose. Per questo, mi piace portarlo in scena: ha un’etica straordinaria ed eccezionale. Non è però un moralista, ma uno molto aperto e tranquillo sotto quell’aspetto.

Immagino che, rispetto a tanti anni fa, abbia trovato delle differenze anche a livello produttivo, no?

Sì, tanti anni fa era un’operazione che nasceva in quel momento e si aveva anche l’idea che il prodotto servisse per salvare il Centro di Produzione Rai di Napoli. All’epoca, nel 1996, rischiava di chiudere i battenti per improduttività. E Un Posto al Sole era l’ultima carta decisiva per riuscire a salvarlo. Noi attori eravamo dunque rivestiti di una “missione straordinaria”.

Rispetto a quegli anni, la situazione al giorno d’oggi è decisamente imparagonabile: dal punto di vista organizzativo, la soap è un transatlantico che naviga in oceani straordinari con una precisione, una puntualità, un’organizzazione davvero incredibili. È una produzione più efficiente e puntuale.

Non può che essere così; rispetto al passato si guardano anche le produzioni simili, mentre prima Un Posto al Sole era l’unica in Italia…

Si, è vero. Sono nate tante produzioni simili in Italia, ma sono anche morte e non hanno avuto il successo nel tempo di Un Posto al Sole. Napoli, città fondata dai greci, è stata una capitale a tutti gli effetti e ha delle caratteristiche che altri luoghi non possono avere per Storia. Due milioni di persone si affacciano, ogni giorno, su questa finestra dedicata a Napoli. E parlo dell’Italia, perché la soap è seguita anche a livello internazionale in tutto il mondo, grazie a Rai Italia.

Le persone sono affezionate alle storie di Palazzo Palladini e dintorni perché rispecchiano le loro esistenze. Un Posto al Sole è trasversale rispetto alle classi sociali: non è un prodotto che cerca di farti sognare, ma ti mette a contatto con la tua realtà. Ti mette a confronto con ciò che tu sei. E questa è una peculiarità eccezionale che la soap è riuscita a mantenere e credo che anche questo faccia parte del suo successo. È ormai Storia della televisione italiana.

Sarà arduo per chiunque eguagliare il successo di Un Posto al Sole partendo da zero. Credo che Napoli e l’Italia debbano tenersela stretta. Anche perché Napoli è la finestra, è vero, ma le vicende della soap sono seguite in tutta lo stivale. Mi fermano persone da ogni parte; per questo la definisco una finestra italiana, non dialettale, e mondiale con Rai Italia. Viaggia sul mondo e racconta molto bene una porzione d’Italia da oltre ventisette anni. E ti voglio raccontare anche un altro aneddoto…

Dimmi pure…

Vent’anni fa Un Posto al Sole veniva considerata una produzione minore rispetto alle serie blasonate della fiction italiana, mentre ora non è più così. Ci sono passati tutti dalla soap. È impossibile per chiunque dover relegare il prodotto in una dimensione che sia inferiore alle serie blasonate. E questo mi fa molto piacere. Ritornandoci non pago nemmeno lo scotto di vivere una dimensione, come dire, minore rispetto alle fiction blasonate.

Tra l’altro ho appena finito di girare, in Grecia, un lavoro straordinario ed eccezionale di cui non posso parlare molto per contratto; è un’operazione nuova diretta da Milena Cocozza, che è una regista straordinaria e pazzesca dal punto di vista professionale e umano. Lavoro che mi ha permesso di incontrare, tra i tanti, Stefano Fresi, in una serie che farà molto parlare di sé, ne sono certo. Tra me e Stefano è stato un incontro d’amore professionale incredibile. Speriamo che la serie venga apprezzata.

Abbiamo già accennato all’aspetto social del tuo mestiere. Come hanno preso le persone il ritorno in scena di Luca De Santis? Che feedback stai ricevendo?

Ho ricevuto un’onda altissima di commenti, per certi versi inaspettata. Non mi aspettavo che dopo ventidue anni ci fosse un attaccamento così straordinario a Luca. Sono rimasto davvero a bocca aperta perché sui social si sono scatenati. In primis quelli che hanno questo legame con Luca dal lontano 1996.

Devo ammettere però che si è lasciato facilmente coinvolgere dal ritorno, dal punto di vista emotivo, anche chi non seguiva la soap all’epoca. I fan della prima ora hanno trasmesso a chi si è aggiunto in un secondo momento tutto l’entusiasmo derivante dal fatto che Luca fosse nuovamente a Napoli. Tutti si sono quindi sentiti coinvolti e ne hanno parlato, trasmettendo le loro sensazioni sui social, e andandosi ad informare, magari rivendendosi le vecchie puntate. Ed è tutto molto bello e straordinario. E sono felice di stare vivendo tutto questo perché ricevo affetto e me lo godo.

Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione – Seguici su Instagram.