Un Posto al Sole, Carlo Caracciolo a Tv Soap: “Gennaro si troverà davanti a delle scelte che lo costringeranno a guardarsi dentro”

Carlo Caracciolo è Gennaro a Un posto al sole / foto RAI
Carlo Caracciolo è Gennaro a Un posto al sole / foto RAI

È l’attuale cattivo numero uno di Un Posto al Sole, sempre pronto a tessere in grande segreto i suoi terribili piani. Ci riferiamo a Gennaro Gagliotti, interpretato dal bravissimo Carlo Caracciolo. Un personaggio, sicuramente non facile da portare in scena, al quale l’attore, almeno inizialmente, si è approcciato con “curiosità mista a timore“. Tutte caratteristiche delle quali abbiamo parlato con Carlo, in questa nuova intervista che ha concesso al nostro sito Tv Soap. Ecco cosa ci ha raccontato…

Un Posto al Sole, intervista a Carlo Caracciolo (Gennaro Gagliotti)

Ciao Carlo, bentornato su Tv Soap. Come è nato il tuo percorso come attore e in che modo sei arrivato a interpretare il ruolo di Gennaro Gagliotti in Un Posto al Sole?

Il mio percorso come attore è nato in modo abbastanza naturale, dalla curiosità e dal desiderio di raccontare le persone attraverso le loro fragilità. Ho iniziato con piccoli ruoli, studiando molto e cercando sempre di imparare da chi avevo accanto. L’occasione di Un Posto al Sole è arrivata in un momento in cui avevo voglia di mettermi alla prova con qualcosa di diverso. Il provino per Gennaro è stato intenso, ma da subito ho sentito che c’era un’energia particolare nel personaggio.

Quando hai scoperto che avresti dovuto dare vita a un personaggio complesso e controverso come Gennaro, qual è stata la tua reazione e come ti sei preparato ad affrontarlo?

All’inizio ho provato una certa curiosità mista a timore, perché Gennaro non è un personaggio “facile”. Mi sono preparato cercando di capire cosa lo muova interiormente, senza giudicarlo. Ho lavorato molto sull’ascolto e sulla sua umanità nascosta, quella parte che spesso non emerge ma che dà senso anche alle sue scelte più discutibili.

Negli ultimi episodi, Gennaro ha ricevuto una notizia inaspettata che ha deciso di usare a suo vantaggio. Come hai vissuto da attore quella svolta nella sceneggiatura?

Quella svolta è stata interessante perché mi ha permesso di esplorare un lato più strategico e calcolatore del personaggio. Da attore, è stimolante quando la scrittura ti sorprende e ti costringe a ricalibrare tutto: tono, ritmo, intenzioni. È come se Gennaro avesse mostrato una nuova faccia e per me è stato importante mantenerla credibile senza snaturarlo.

Il ritorno di Gennaro ai Cantieri ha rappresentato un momento di forte tensione narrativa. Quali sfide ti ha posto sul set questa nuova fase del personaggio?

È stata una fase molto densa, perché Gennaro torna in un ambiente dove tutto è cambiato, ma lui forse no. La sfida è stata trovare il giusto equilibrio tra il controllo e la rabbia trattenuta. Sul set abbiamo lavorato molto sulle dinamiche di potere e sulla tensione non detta, che spesso è più forte di quella esplicita.

Il personaggio è finito al centro di indagini e situazioni sempre più oscure. Come hai gestito la tensione emotiva e il lato più cupo del tuo ruolo?

Cerco sempre di non portarmi addosso troppo il peso emotivo dei personaggi. Però inevitabilmente qualcosa resta. In quei momenti mi affido molto alla tecnica, alla respirazione e alla fiducia nel lavoro di squadra. E poi mi aiuta ricordare che ogni personaggio, anche il più oscuro, nasce da un bisogno di essere compreso.

Quanto c’è di Carlo in Gennaro e dove invece hai tracciato un confine netto tra te e il personaggio?

C’è sicuramente qualcosa di mio in Gennaro, ma il confine è chiaro: io tendo verso la luce, lui spesso sceglie di restare nell’ombra. Forse ci incontriamo nella vulnerabilità, più che nella forza.

Se potessi tornare all’inizio della tua carriera, quale consiglio daresti al te stesso di allora, sapendo oggi cosa comporta lavorare in una soap di lunga durata?

Gli direi di avere pazienza e di fidarsi dei tempi. Lavorare in una soap ti insegna il valore della continuità, della disciplina e dell’ascolto. Non bisogna mai smettere di studiare, ma nemmeno di divertirsi. La leggerezza è una parte importante di questo mestiere.

Fratelli Gagliotti / Un posto al sole (foto RAI)
Gennaro e Vinicio Gagliotti / Un posto al sole (foto RAI)

Nelle ultime trame, Gennaro appare sempre più spregiudicato e ambiguo. Da spettatore, come vivi questo suo cambiamento? Ti è simpatico o ti mette a disagio?

A volte mi mette a disagio, sì, ma è anche quello che lo rende interessante. Non è un personaggio da “giustificare”, ma da capire. Come spettatore lo guardo con una certa distanza, ma come attore lo difendo sempre, anche quando sbaglia.

Hai ricevuto commenti o reazioni dai fan che ti hanno colpito in modo particolare, positivamente o negativamente?

Sì, capita spesso che il pubblico reagisca in modo molto diretto. Qualcuno mi ferma per dirmi che non sopporta Gennaro, altri invece lo trovano affascinante proprio perché imprevedibile. Mi colpisce sempre quando la gente distingue chiaramente tra il personaggio e la persona: significa che il lavoro è arrivato.

Cosa puoi anticipare riguardo all’evoluzione del tuo personaggio nei prossimi mesi? Dobbiamo aspettarci una redenzione o un ulteriore passo verso il lato oscuro?

Posso dire che ci saranno sviluppi interessanti. Gennaro continuerà a muoversi su un confine sottile tra bene e male, e forse si troverà davanti a delle scelte che lo costringeranno a guardarsi dentro. Non so se sarà una redenzione, ma sicuramente un passaggio importante…

Quando non sei sul set, come trascorri il tuo tempo libero e quali passioni coltivi per rilassarti o ricaricare le energie?

Cerco di staccare completamente. Mi piace viaggiare, leggere e passare del tempo all’aperto, magari camminando o facendo sport. Ho bisogno del silenzio e di momenti semplici per rimettere a posto le energie dopo giornate intense di lavoro.

Ti piacerebbe un giorno lavorare anche dietro la macchina da presa come regista o sceneggiatore, o preferisci concentrarti esclusivamente sulla recitazione?

La regia mi incuriosisce molto, soprattutto per il modo in cui permette di orchestrare le emozioni e i tempi del racconto. Per ora mi sento completamente immerso nella recitazione, ma non escludo che un giorno io possa voler raccontare le storie anche da un altro punto di vista.

Nel tuo metodo di lavoro, quanto spazio occupano la preparazione tecnica e l’improvvisazione sul momento?

Entrambe sono fondamentali. La tecnica ti dà una base solida, ma l’improvvisazione è ciò che tiene vivo il momento. Sul set di Un Posto al Sole, dove i ritmi sono serrati, devi essere sempre pronto a reagire, ad adattarti. È un ottimo allenamento.

Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici o personali, e chi consideri una figura importante nel tuo percorso umano e professionale?

I miei punti di riferimento sono tanti, ma li scelgo più per la loro sincerità artistica che per la fama. Amo gli attori che scavano dentro le emozioni, che non cercano la perfezione ma l’essenza. E poi ci sono le persone della mia vita quotidiana, la mia famiglia e gli amici veri: sono loro a darmi equilibrio e a ricordarmi chi sono, soprattutto quando tutto corre veloce.

Se potessi scegliere un ruolo completamente diverso da quello di Gennaro, quale tipo di personaggio ti piacerebbe interpretare e per quale motivo?

Mi piacerebbe interpretare un personaggio positivo ma complesso, qualcuno che lotta per un ideale o che deve ricostruirsi dopo una caduta. Amo le storie di rinascita, perché raccontano la parte più luminosa dell’essere umano.

Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione Seguici su Instagram.

Gennaro e Roberto / Un posto al sole
Gennaro e Roberto / Un posto al sole (foto RAI)