È entrato da pochissimo tempo a far parte della grande famiglia de Il Paradiso delle Signore grazie al ruolo di Guido Castelli, vecchio interesse sentimentale di Odile di Sant’Erasmo (Arianna Amadei). Un personaggio che è piaciuto tanto a Marco Aiello, l’attore che gli presta il volto, e che forse avrebbe ancora tante cose da raccontare qualora dovesse tornare in scena anche nella decima stagione.
Tutti aspetti dei quali abbiamo parlato con Marco, in questa intervista concessa al nostro sito Tv Soap. Ecco che cosa ci ha raccontato.
Il Paradiso delle Signore 9, intervista a Marco Aiello (Guido Castelli)
Ciao Marco, benvenuto su Tv Soap. Da qualche settimana sei in video a Il Paradiso delle Signore con il personaggio di Guido Castelli. Cosa ti è piaciuto di lui? Quali sono i suoi punti di forza?
Guido è sicuramente un uomo che, in qualche modo, si è fatto da solo. Incarna un po’ la figura di quegli anni, in cui uno degli obiettivi principali era costruirsi una posizione solida e importante. Lo trovo un personaggio raffinato, elegante. Ha sviluppato un gusto artistico perché è un produttore musicale. Sa fiutare gli affari e conosce bene le persone con cui si relaziona.
Guido sa dunque che Matteo Portelli (Danilo D’Agostino) potrebbe rappresentare un avversario, dato che è tornato dal passato di Odile nella speranza di riaccendere una vecchia fiamma…
Sì, d’altronde Guido ha già fatto capire a Odile quali sono le sue intenzioni. E lei ha anche dei sensi di colpa nei confronti di Guido…
Ovviamente Odile non si aspettava questo ritorno. Ed è comprensibilmente un po’ spiazzata.
Esatto!
Hai già ricevuto dei feedback dal pubblico su Guido?
Ho avuto riscontri da parte dei miei parenti, che ovviamente sono molto cari e mi dicono che sto facendo una buona impressione… anche se forse non si aspettavano che mi invecchiassero un po’.
Per quanto riguarda il pubblico della soap, ho notato una cosa interessante: i commenti sono rivolti soprattutto al personaggio di Guido e non tanto a me come attore. I fan si appassionano alle vicende e ai percorsi dei personaggi. Ed è qualcosa che mi affascina molto.
Se ti chiamassero anche per la prossima stagione, torneresti a interpretare Guido?
Certo. Spero proprio di sì, anche perché con lui ho avuto soltanto un primo approccio. Un eventuale ritorno sarebbe per me un modo per godermela di più. Come dicevamo prima, sono arrivato sul set proprio alla fine delle riprese.
I ritmi erano serrati, mi sono dovuto immergere subito: volevo fare bene, dare il massimo, soprattutto per non deludere le aspettative di chi mi aveva selezionato e scelto. Se venissi richiamato, credo che l’esperienza sarebbe molto più godibile.
Anche perché, con un eventuale ritorno, potresti dare più tridimensionalità al personaggio, no? Un mese di riprese non permette a Guido di emergere del tutto…
Esattamente. Ora che ho cominciato un percorso con lui, potrei scoprire molte più cose del suo carattere. C’è tanto da costruire, anche nel rapporto con Odile, che per ora è stato accennato, con rimandi al passato.
Conoscevi già Arianna Amadei, l’interprete di Odile?
No, non la conoscevo. Abbiamo fatto il provino insieme in una giornata piuttosto faticosa per lei, che doveva incontrare diversi attori candidati per il ruolo di Guido. È stata gentilissima fin da subito: mi ha messo a mio agio, mi ha accolto e ha fatto in modo che le scene rendessero al massimo. Ci siamo confrontati con molta serenità.

E sul set in generale, com’è andata? Immagino che gli altri ti abbiano accolto bene…
Sono stato accolto in maniera molto carina da tutti. Sono arrivato sul set a dicembre, quando le riprese stavano quasi per concludersi e si percepiva un po’ di stanchezza generale. Alcuni colleghi li conoscevo già, perché giocano a calcio con me nella Nazionale Italiana Attori. Quindi ho ritrovato degli amici che mi hanno aiutato a inserirmi con più naturalezza.
Era la tua prima volta su un set così impegnativo come quello de Il Paradiso delle Signore. Immagino che la mole di lavoro fosse notevole…
Esattamente. Il carico di lavoro è davvero importante, i ritmi sono molto intensi. Ci sono tantissime scene da girare ogni giorno e molte persone con cui interagire in pochissimo tempo. Devo dire però che, sul set de Il Paradiso delle Signore, sono tutti molto rilassati, sempre con il sorriso. È stato davvero un piacere poterci lavorare. Una palestra straordinaria.
Anche perché, lo ribadisco, l’atmosfera sul set è serena e questo aiuta ogni attore a dare il meglio. È un aspetto che mi ha sorpreso in positivo e che mi ha dato molto.
Conoscevi già la fiction? Ti era mai capitato di seguirla prima di entrarci?
Sì, la conoscevo perché va in onda da diversi anni, e mi era capitato di vederne qualche puntata anche perché, come dicevo, conoscevo già alcuni attori del cast. Ma onestamente non posso definirmi un fan o uno spettatore assiduo.
E per quel poco che ci sei stato, secondo te qual è il segreto del successo de Il Paradiso?
È un prodotto che racconta l’Italia, attraverso storie e personaggi con carattere, con carisma. E poi ci sono davvero attrici e attori straordinari. Credo siano questi gli elementi che hanno fatto breccia nel cuore del pubblico.

Parlando di te, quando hai deciso di fare l’attore? È una passione che hai da sempre?
Penso che in me ci sia sempre stata l’esigenza di comunicare qualcosa, con diversi linguaggi. Da bambino mi piaceva essere notato, essere visto. Poi ho fatto un Erasmus in Francia, molto tranquillo, e ho avuto tanto tempo per stare da solo, conoscermi e farmi delle domande.
Non posso dire di aver avuto le idee chiare fin da piccolo, ma la passione per il cinema c’è sempre stata. In fondo ero indeciso tra molte cose, e recitare ti dà la possibilità di viverle tutte, di essere più persone. È così che dentro di me si è accesa, pian piano, quella fiammella. Tante esperienze, messe insieme, mi hanno portato nella giusta direzione.
Che tipo di studi hai fatto?
Ho seguito i corsi del CIFA e del Teatro dell’Acquario, poi mi sono trasferito a Roma subito dopo aver completato gli studi. Lì ho frequentato i corsi di Beatrice Bracco, un’insegnante fantastica che, purtroppo, è venuta a mancare circa un anno e mezzo dopo. Ho avuto la grande fortuna di studiare con lei per un anno e mezzo: è stata per me una vera ispirazione.
C’è un ruolo, tra quelli che hai interpretato, che ti è rimasto nel cuore più degli altri?
Sono molto legato al film La terra dei Santi di Fernando Muraca, perché mi ha coinvolto in maniera profonda. Avevo appena finito l’accademia, avevo appena trovato l’agenzia, e fu il mio primo provino. Ricordo che desideravo moltissimo ottenere quel ruolo, lavorare sul set, dare vita a quel personaggio. È stata un’esperienza davvero speciale.
Ci sono dei progetti ai quali ti stai dedicando in questo periodo?
Sì, recentemente ho partecipato a delle letture dedicate a Pippo Fava. Inoltre, sto lavorando con un altro gruppo al riadattamento del romanzo epistolare di Natalia Ginzburg, La città e la casa. Si tratta di una serie teatrale: abbiamo già messo in scena il primo episodio e, dai primissimi di maggio inizieremo a lavorare alla preparazione del secondo.
Con la collaborazione di Sante Cossentino per MassMedia Comunicazione Seguici su Instagram.